Elegia Ambrosiana - Incipit
Incipit
Tributo alla Poesia Invisibile
Per chi va o per chi resta
la metropoli conosce una rima soltanto
che nel tempo non è ospite ingrata
di fabbriche scuole orti freni latrati
fischi, bensì ne rinforza il canto
senza promettere mai il cambiamento,
senza sostituire il nettare della pazienza
col veleno degli scongiuri.
Milän
Di tutti i luoghi in cui sono stato
corpo nel corpo, Milano è l'unico
dove il grigio esalta i colori
col coraggio di un'estate a vent’anni
che non so più ritrovare.
Nel viaggio di nome in nome
tornarvi conferma e consola il presente
nel ricordo del pane bianco del tempo,
che fa caldi nido e tana.
Nell'esilio dell’oggi
posso scendere con la mente
quei gradini, toccare la carne dei muri
tumefatti dai giochi e dai destini
degli uomini di ieri
con lo spirito del domani.
E dovunque so d'essere qui, a dire
sono tuo, sono te, sono uno dei tanti
che trema per la distanza
come un fiore reciso dal gambo,
ma accoglie la fine compiuta
nella tua volontà. Milano,
non importa come t'hanno cambiata:
la memoria cancella i graffi, le crepe
e i navigli fendono ancora
le pagine dei tuoi prati, mutilati
dal confine immaginario che vedevo
oltre la nebbia di chi sosta
e sa che a lungo non può restare.